Camera d commercio di Bolzano
Barometro dell’economia - Estate 2022

Barometro dell’economia - Estate 2022

L’inflazione frena il clima di fiducia delle imprese

Data: 
Mercoledì, 13 Luglio 2022
Ora: 

L’accelerazione dell’inflazione e il perdurare della crisi ucraina si ripercuotono negativamente sulla fiducia delle imprese altoatesine. Nonostante il recupero dell’economia sia proseguito nella prima parte dell’anno, quasi un quinto degli imprenditori e delle imprenditrici prevedono che la redditività nel 2022 sarà insoddisfacente a causa dell’incremento dei costi e degli effetti dei rincari sulla domanda. Per l’anno in corso l’IRE – Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano prevede una crescita del PIL provinciale pari al 3,0 percento.

Economia altoatesina – Fiducia delle imprese in calo

Nella prima metà dell’anno l’economia altoatesina ha ancora in parte beneficiato della spinta legata alla ripresa post-pandemia e del progressivo recupero dei flussi turistici. L’aumento dell’attività economica è testimoniato anche dai consumi energetici delle imprese, che tra gennaio e maggio sono risultati superiori del 15,6 percento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nonché dai dati relativi al mercato del lavoro: nei primi cinque mesi del 2022 il numero medio di occupati dipendenti in Alto Adige è risultato superiore del 9,5 percento allo stesso periodo dello scorso anno e del 2,7 percento rispetto ai livelli precrisi del 2019.

Tuttavia, l’ulteriore impennata dei prezzi di energia e materie prime seguita alla guerra russo-ucraina ha causato un deterioramento del clima di fiducia delle imprese altoatesine, con l’83 percento che lamenta una decisa crescita dei costi operativi e quasi un quinto che prefigura per quest’anno una redditività insoddisfacente. Anche le valutazioni sulla puntualità della clientela nei pagamenti e sulle condizioni di accesso al credito sono peggiorate rispetto alla precedente rilevazione congiunturale di febbraio. Più positivi appaiono i giudizi sulla dinamica dei fatturati, con oltre un’impresa su due che prevede una crescita. In particolare, nei primi quattro mesi dell’anno il volume d’affari è aumentato mediamente di circa il 20 percento rispetto al corrispondente periodo del 2021. Occorre però considerare che ciò è imputabile in parte agli incrementi dei prezzi di vendita applicati dalle imprese per fronteggiare gli aumenti dei costi.

Considerando i singoli settori di attività, si assiste a un deciso miglioramento della fiducia nel comparto turistico, che lo scorso anno risentiva ancora della cancellazione della stagione turistica invernale. Un deciso peggioramento delle aspettative di redditività si riscontra invece nelle attività legate al commercio e alla riparazione di veicoli, a causa dell’incertezza sul futuro andamento della domanda. Grandi difficoltà permangono inoltre nel settore agricolo, in particolare nel comparto lattiero-caseario. Migliore appare la situazione nel commercio all’ingrosso e nei servizi, dove quasi nove imprese su dieci confidano quest’anno in una redditività quantomeno soddisfacente.

Redditività nell'economia altoatesina

Inflazione e incertezza freneranno la crescita globale nel 2022

Il prolungarsi del conflitto in Ucraina mantiene molto elevata l’incertezza sull’andamento dell’inflazione e sta causando una riorganizzazione delle catene di fornitura globali. In molti Paesi in via di sviluppo il conflitto ha messo in discussione anche la sicurezza alimentare, generando rischi di instabilità politica e il pericolo di una nuova impennata dei flussi migratori. Secondo le più recenti previsioni elaborate dall’OCSE, nel 2022 la crescita del PIL mondiale rallenterà al 3,0 percento. In Cina l’introduzione di misure drastiche per contrastare la diffusione dei contagi, come la chiusura del porto di Shanghai, causerà una brusca frenata della congiuntura, con il PIL che quest’anno dovrebbe crescere solamente del 4,4 percento. Negli Stati Uniti e in Europa la dinamica dell’inflazione sta spingendo le banche centrali a operare progressivi aumenti dei tassi di interesse, nel caso della BCE per la prima volta da ben undici anni. Secondo le stime, quest’anno il prodotto interno lordo nell’Eurozona crescerà del 2,6 percento. Ancora più modesta sarà la performance della Germania (+1,9 percento), a causa della forte dipendenza energetica dall’estero.

In Italia nel primo trimestre del 2022 il PIL è aumentato dello 0,1 percento rispetto al trimestre precedente. Per l’intero anno, le più recenti previsioni indicano una crescita tra il 2,5 e il 3,0 percento. Tra i fattori che ancora sostengono l’espansione economica, citiamo gli investimenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il recupero del comparto turistico e le misure introdotte dal Governo per mitigare il caro bollette e carburanti. Nella prima metà dell’anno il mercato del lavoro ha proseguito la fase espansiva: a maggio il tasso di occupazione era pari al 59,8 percento, in crescita di 1,8 punti percentuali rispetto allo stesso mese del 2021. Parallelamente, si è assistito alla diminuzione del tasso di inattività, attualmente pari al 34,8 percento, e del tasso di disoccupazione, pari all’8,1 percento. Nei prossimi mesi, tuttavia, si assisterà probabilmente a un deterioramento della domanda aggregata, via via che gli effetti della guerra e del caro prezzi si manifesteranno nella loro pienezza. Sul fronte della finanza pubblica, se da un lato l’inflazione eroderà parzialmente il valore del debito pubblico già contratto, il rialzo dei tassi di interesse comporterà un aumento degli oneri connessi al servizio del debito. Su questo fronte, tuttavia, la BCE sta predisponendo apposite misure per evitare un’eccessiva frammentazione degli spread tra Paesi membri.

Il prodotto interno lordo in Alto Adige

Alla luce dei segnali positivi registrati nei primi mesi dell’anno, come il recupero dei flussi turistici, ma anche del peggioramento registrato nel clima di fiducia delle imprese, dei consumatori e delle consumatrici, nonché delle informazioni attualmente disponibili, l’IRE prevede per il 2022 una crescita del PIL altoatesino pari al 3,0. Rischi al ribasso potranno derivare dal protrarsi del conflitto in Ucraina, dalla persistenza della fiammata inflazionistica e dall’evoluzione della pandemia.

Il Presidente della Camera di commercio, Michl Ebner, sottolinea la necessità di misure a tutela del potere d’acquisto: “L’inflazione e il drammatico aumento dei costi di energia e materie prime frenano la ripresa dell’economia altoatesina. Occorrono interventi a sostegno della domanda, ad esempio operando sulla riduzione del cuneo fiscale.”

Per informazioni è possibile rivolgersi all’IRE, persone di riferimento Luciano Partacini, tel. 0471 945 700, e-mail: luciano.partacini@camcom.bz.it e Nicola Riz, tel. 0471 945 721, e-mail: nicola.riz@camcom.bz.it.

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